L’ennesimo scempio in una zona dove solo poche settimane fa le nostre guardie erano intervenute due volte, sia per controllare i lavori in alveo, sia per il recupero di 400 pesci, come vi abbiamo già raccontato sul nostro sito.
L’Associazione Pescatori di Bergamo ricorda che le sue guardie volontarie Fipsas non intervengono solo per comminare multe a chi non ha licenza, come qualcuno sostiene sui social, ma quando sono chiamate lavorano per controllare gratuitamente, fare recuperi di materiale ittico e censimenti.
Fipsas Bergamo ha già segnalato agli organi competenti i disagi che sta creando questa nuova centralina, purtroppo non abbiamo la possibilità di controllare se i lavori siano stati fatti in base al progetto originario: constatiamo che è stato alzato il cordolo della diga e quindi l’acqua viene confluita verso la centralina, mettendo parte dell’alveo in asciutta completa, come evidenziato anche su Eco di Bergamo del 10 novembre.
Stiamo valutando come Associazione Pescatori di Bergamo convenzionata Fipsas la possibilità di ricorrere alla Procura della Repubblica con una denuncia per procurato danno ambientale. Ci accorgiamo che sul territorio il passaggio alla Regione ha creato un vuoto e chi dovrebbe controllare non c’è.
“In questo periodo, nel momento della riproduzione dei salmonidi -ha affermato il presidente Fipsas Bergamo Imerio Arzuffi-, le nostre guardie e i volontari dell’Associazione stanno intervenendo per andare poi ad immettere in primavera avanotti di specie pregiate con il progetto Marmorata e la nostra Federazione ha investito da anni risorse economiche dei propri tesserati: se questo è il risultato qualcuno deve porsi delle domande, quando si chiedono delle spiegazioni le responsabilità vengono rimbalzate tra i vari enti, il risultato è che non c’è nessun controllo e verifica dei lavori svolti”.
“In poco tempo si sta bruciando buona parte del materiale ittico presente nei nostri fiumi per un mero interesse privato, rinunciando così ad un bene di tutta la comunità, l’ambiente del fiume così come i bergamaschi hanno conosciuto, apprezzato e vissuto nel corso degli anni. Si investono risorse per campionamenti e studi sul materiale presente nei nostri fiumi e questi sono i risultati, soldi da spendere in modo migliore, magari per uno studio più ampio prima di dare l’autorizzazione: bisognerebbe valutare il fiume sulla portata almeno nei tre anni precedenti nel luogo scelto, pur naturalmente sempre contrari all’insediamento di nuove centraline”